Essere donna per lunghissimi anni è stato sinonimo di annullamento e dedizione totale alla famiglia, garanzia al nucleo familiare di quel quantum di lavoro giornaliero non retribuito e spesso poco apprezzato, indispensabile per l’armonia della vita quotidiana e della convivenza.
Tra i vari compiti spettanti alla donna, oggi vogliamo esaminare il triste momento di “fare il bucato” e la sua evoluzione con l’introduzione della lavatrice. Eh sì! I panni sporchi si lavano in famiglia!!
Oggi fare il bucato è diventato un gioco da ragazzi, ma non è sempre stato così e la lavatrice, con il suo prezioso contributo alla semplificazione di questa mansione quotidiana, al contempo costituisce un elettrodomestico molto importante non solo dal punto di vista pratico, bensì dal punto di vista culturale essendo considerata strumento fondamentale per l’emancipazione femminile.
Come è nata
Sull’invenzione della macchina per il bucato ci sono diverse versioni e pare che la paternità di questo favoloso marchingegno sia contesa tra diversi personaggi.
Il primo prototipo di lavatrice sembra risalire al 1677 ad opera del baronetto John Hoskins che realizzò un sistema per risciacquare i panni costituito da un cestello di cordame da ruotare a mano sotto un getto d’acqua.
Secondo altri invece il padre della macchina per il bucato è un teologo tedesco, Jacob Christian Schäffern, la cui idea di lavabiancheria era costituita da una rozza centrifuga azionata a mano.
L’apparecchio più vicino alla nostra concezione di lavatrice è attribuito a Thomas Bradford che nel 1860 inventò un apparecchio con i principi di funzionamento di quelli odierni.
L’invenzione di Bradford era costituita da una piccola gabbia ottagonale in legno in cui venivano adagiati i panni sporchi ed era dotata di una manovella per farla ruotare, per essere poi racchiusa in una scatola più grande dello stesso materiale contenente acqua e sapone.
Nel 1874, a detta di alcuni, William Blackstone conquista il titolo di inventore della macchina per il bucato, costruendo un congegno in un barile di legno da riempire con acqua calda e sapone dotato di un asse con lunghi pioli per scuotere la biancheria, destinato a diminuire le fatiche della tanto amata moglie.
Successivamente nel corso del ‘900 ha subito notevoli modifiche, sia per quanto riguarda l’utilizzo dei materiali di costruzione, sia per quanto riguarda la tecnica di funzionamento, non più a manovella, ma a corrente elettrica, nel 1907 grazie a e soprattutto per la sua funzionalità.
La rivoluzione tra le mura di casa
Solo negli anni ’60 la lavatrice inizia ad entrare nelle case della gente, grazie al boom economico, per la gioia e delizia delle donne in particolare.
Come già detto la lavatrice è vista come quel miracolo della tecnologia che ha risparmiato ore di duro lavoro a tantissime persone ma è anche considerata uno dei passi più importanti verso l’emancipazione femminile liberando definitivamente la donna dalla schiavitù del bucato.
Oggi nessuno bada alla biancheria che gira nel cestello, perché considerata un’operazione meccanica naturale e così quotidiana da non suscitare stupore, ma così non è stato per le donne che hanno utilizzato il miracolo tecnologico per la prima volta tra le mura della propria casa.
Non solo lavatrice
Scegliere una macchina lavabiancheria potrebbe non essere così semplice… tutto dipende dalle vostre pretese! Quindi se la lavatrice verrà collocata in uno spazio tutto suo si opterà per un marchingegno freestanding, altrimenti se la sua postazione è già destinata la scelta cadrà su una lavatrice da incasso.
Altro elemento importante da valutare è la comodità! Oggi esistono in commercio lavatrici in offerta con carica dall’alto o carica anteriore in base ai gusti e alle esigenze dell’utente…
Da non sottovalutare è la possibilità di acquistare un apparecchio multifunzione che consente non solo il lavaggio della biancheria, ma anche la sua asciugatura…. quindi che dire!! Valutate le vostre disponibilità monetarie e via con gli acquisti!