In estate, con le temperature torride, o anche in inverno al caldo, e se vogliamo in autunno, ogni uomo sogna di avere in casa uno spillatore personalissimo della birra…
L’uomo ama la birra da tempi antichissimi, sin dai tempi delle piramidi, e da sempre ama trovare nuovi metodi per gustare una delle bevande più care…
Ovviamente ci si nasconde dietro alla scusa della bella stagione, ma la verità che ogni uomo ha pensato, diverse volte, di acquistare, costruire, possedere uno spillatore. Da esibire agli amici, da usare quando si vuole….
Ma lo spillatore, serve a….
Semplice… serve a conservare il prodotto più a lungo, evitando il contatto altrimenti inevitabile con l’aria, che tende a degradare velocemente la nostra bevanda, bionda rossa o scura che sia.
Lo spillatore a caduta, usato in epoca vittoriana, era poco più di una botte con un tappo, molto lontano dai concetti di oggi. Ben presto tuttavia arrivò lo spillatore a pompa che già consentiva una maggiore conservazione, essendo a tenuta stagna.
Lo spillatore ad anidride carbonica permetteva di conservare maggiormente la birra, infatti, la birra veniva stoccata con una certa quantità di anidride carbonica, che fungeva da “tappo” non consentendo il contatto con l’ossigeno, e allo stesso tempo “spingeva” la birra fino al bicchiere.
I vantaggi? una buona birra non ossidata, ma gli svantaggi erano un’eccessiva quantità di anidride carbonica, soprattutto nelle prime birre della botte.
Arthur Guinness, chi è quest’uomo
Non è solo l’uomo che ha dato il nome ad una birra scura fra le più celebri, ha anche intuito che la percentuale di anidride carbonica era eccessiva… e pensò bene di introdurre un gas composto da anidride carbonica e azoto.
Ottenne quindi un risultato migliore del precedente, garantendo la conservazione senza incidere in modo troppo pesante sul sapore della birra. Aveva inventato la spillatura al “carboazoto”.
Oggi, in aggiunta a questo, esistono spillatori birra dotati di spirali refrigeranti. Quindi birra ben conservata, con la giusta gasatura e pure alla temperatura giusta.
Eccoci alla tecnica giusta
Non basta spendere una cifra che può andare da poche centinaia di euro a qualche migliaio di euro, perché se non conosciamo le tecniche di spillatura, allora sarà meglio comprare le birre in lattina o bottiglia.
Dovremo conoscere le tecniche di spillatura, a partire dalla tecnica tedesca, che in 7 lunghi minuti consente di avere la birra con la giusta degasatura.
Secondo il popolo teutonico, per ottenere la birra perfetta occorrono tre colpi, con abbondanti pause fra l’uno e l’altro per ottenere la degasatura e passare infine al cappello di schiuma, da tagliare con il coltello.
E se lo dicono i tedeschi…
Gli inglesi, nella loro sostanziale differenza rispetto ai cugini della Germania, preferiscono il metodo opposto, ovvero una spillatura veloce, con un unico colpo, iniziando la spillatura senza bicchiere, inserendolo dopo che la birra ossidata e andata via e inclinando il bicchiere per ottenere meno schiuma.
Nel loro stile, i cugini d’oltremanica fanno scorrere la birra sulla parete del bicchiere provvedendo a raddrizzarlo piano piano. Modestamente, se noi italiani li abbiamo copiati, vuol dire che sanno quello che fanno. Questa è la tecnica che usiamo anche noi.
I belgi invece, si sono adeguati al modo inglese, con l’unica differenza che tagliano il cappello di schiuma con un colpo di coltello, come i tedeschi.
Piccolo accorgimento necessario perché le birre che vengono consumate nel continente hanno una percentuale di anidride carbonica superiore rispetto a quelle dei pub inglesi, e producono naturalmente più schiuma. E voi quale è la vostra birra…